31 Gennaio 2011
link: http://it.wikipedia.org/wiki/Adriano_Tuninetto
Adriano Tuninetto (Pancalieri, 1 maggio 1930 – Torino, 16 aprile 2004) è stato un pittore italiano, che ha spaziato dall'espressionismo all'informale, contribuendo allo sviluppo della ricerca artistica del Novecento.
Adriano Tuninetto è nato a Pancalieri nel 1930 ed è morto a Torino nel 2004.
Inizia a dipingere a 13 anni, interessato a cogliere le particolarità delle cose e dei volti ad accentuarle e – a volte - a deformarle. Nel 1955 vince il ‘’ Premio Pirelli’’ per la pittura e nel 1956 espone in una mostra personale al ‘’Centro Culturale Pirelli’’ di Milano. Frequenta la scuola di Filippo Scroppo dal 1956 al 1958, un punto di incontro stimolante per molti artisti dell’area torinese. Si avvicina quindi al movimento CO.BR.A. e ne elabora i motivi espressionistici in modo del tutto personale. Successivamente è attratto dall’ arte informale ed elabora opere astratte, senza rappresentazioni geometriche: i dipinti ad olio evitano inizialmente forti contrasti cromatici ed esplorano le possibilità espressive di leggere variazioni di colore. A partire dagli anni 1960 si interessa all’ action painting: larghe pennellate di colore attraversano i dipinti per incontrarsi e poi cambiare direzione; per questa lunga fase di sperimentazione Tuninetto è stato considerato, da diversi critici, un vero e proprio esponente dell’ arte gestuale in Italia.[1] La sua opera ‘’Oltre il muro’’ appare sulla copertina della pubblicazione ‘’Cefalonia, l’ultima testimonianza’’ (2004). [2] Ha partecipato attivamente al progetto di Immagine & poesia, realizzato da Lidia Chiarelli e dalla scrittrice inglese Aeronwy Thomas con gli studenti della scuola media Giuseppe Perotti di Torino[3] , progetto che successivamente ha dato origine al movimento artistico letterario internazionale.
Importanti sono le sue ricerche nel campo della ceramica: all’inizio degli anni 1970 realizza numerosi piatti presso la Manifattura Besio di Mondovì [4], per proseguire con ‘’piastre’’, ‘’vasi-paesaggio ‘’, ‘’monoliti’’ e le famose ‘’teste’’.
Nello stesso periodo compie sperimentazioni con la lavorazione del vetro: la fusione del vetro a 900° gli permette di ottenere il movimento plastico delle superfici: nascono così i verox con variegate conglomerazioni di materiali diversi. Oltre alle numerose mostre personali e collettive dagli anni 1950 agli inizi del XXI secolo, le sue opere sono conservate nelle collezioni di numerosi musei: Museo del Cinema di Torino; Museo del Vetro di Altare; Museo Civico di Torre Pellice; Museo di Mombercelli; Museo Civico di Alessandria; Museum of Fine Art di Volgograd (Russia).[5]
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